Le bombolette spray sono tra gli imballaggi metallici più versatili e diffusi. Leggere, pratiche e comode, sono fornite, oggi, di propellenti che le rendono sicure.
La loro storia inizia nel 1926 grazie all’intuizione di un ingegnere svedese, Erik Rotheim. Le prime bombolette sono fornite di una valvola di erogazione ancora rudimentale. Dopo nemmeno 10 anni, nel 1934, negli Stati Uniti viene ideata una valvola di facile utilizzo: basta la pressione di un dito per vaporizzare il prodotto.
In Italia la produzione di bombolette prende il via negli anni Cinquanta. Vista la particolarità di questi contenitori, ben presto si avverte la necessità di fondare un ente di controllo, l’Associazione Italiana Aerosol (AIA). Siamo nel 1965. Attualmente gli standard di produzione sono dettati a livello europeo dalla European Aerosol Federation (FEA) e garantiscono l’assoluta sicurezza delle bombole aerosol.
Le normativa impone infatti un attento controllo in fase di produzione e riempimento. Le bombolette spray vuote vengono riciclate al 100%.
Bombolette spray: il propellente
Per l’erogazione del prodotto è necessario che ciascuna bomboletta venga riempita con del propellente. Questo deve essere inerte, cioè non deve reagire con le sostanze chimiche contenute nella bomboletta.
Il propellente utilizzato in prima istanza è stato il freon, oggi abbandonato e non più in uso. Si sono affermati i gas compressi, ecologici e non infiammabili.
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